LA STORIA DELLA ONLUS
Ogni minuto che vola via una nuova opportunità per mutarlo del tutto; ogni istante un’occasione per cambiare in meglio… quando verrà il momento di andarmene, di cavalcare l’ultima onda, di dare corpo al mio ultimo sogno, avrò un sorriso per te, vita di grazia e meraviglia per ringraziarti di tutti i momenti che mi hai donato senza nulla chiedere in cambio
Queste parole sono state scritte da Saverio Crea, al quale è stata dedicata la nostra associazione, in una lettera indirizzata alla sorella nel febbraio 2008, un mese prima della sua morte.
Racchiudono la sua filosofia di vita, il suo pensiero ed il suo insegnamento che ci hanno spronato a creare questa associazione per ricordarlo a suo modo. Saverio deceduto qualche anno fa in seguito ad una grave malformazione cardiaca. Nel 1996 aveva subito un trapianto di cuore che però non lo ha aiutato a superare i 33 anni.
Prima di ammalarsi era un uomo super attivo, un grande sportivo e di gran cuore, amava i bambini, spendeva tempo ed energie per aiutare quelli in difficoltà, il suo progetto di vita era legato a loro, studiava scienze dell’ educazione ed avrebbe voluto aprire una casa famiglia per accogliere quelli non abbienti ed in difficoltà per dar loro un’opportunità.
Nonostante la malattia lo limitasse nella vita quotidiana ha sempre lottato per avere una vita normale, per poter essere un padre, un marito, un figlio, un fratello, un amico e per poter continuare, a scapito di tutto, a realizzare i suoi progetti. La malattia però non gli ha dato tregua. Prima che Martina venisse al mondo è ri-iniziato il suo calvario, colestasi epatica, insufficienza renale, tumore ai linfonodi ed infine la coronopatia che ha causato la sua morte. Quando i suoi amici andavano a trovarlo in ospedale, dove ha trascorso gli ultimi tre mesi della sua vita, sollevava loro il morale rincuorandoli. Il 30 marzo 2008 è mancato ed ha lasciato un grande vuoto.
“Nel novembre 2008, durante un viaggio in Yemen – dice la presidente della Onlus – in un paesino dei monti Haraz ho visto un gruppo di bambini, malvestiti e malnutriti. Non abituati ai turisti hanno seguito me e la persona che mi accompagnava nel corso della visita. Ad un certo punto siamo stati raggiunti da un adolescente che in inglese mi ha offerto dei soldi per portarmi in Europa una delle bambine. Gli ho spiegato che non potevo e che mi dispiaceva molto e mi sono congedata”. Successivamente quando siamo arrivati all’automobile, per riprendere il tour, ho visto che una delle bambine ci aveva seguito. Quel visino l’ho in mente ancora oggi. Tornata a casa ho raccontato ad un’amica l’episodio e lei mi ha suggerito di creare una fondazione intitolata a mio fratello. L’idea mi è piaciuta, ma in quel momento non l’ho vista come una cosa realizzabile.
L’anno successivo durante un viaggio in Ladak ho incontrato alcune signore che si trovavano lì per visitare i bambini che avevano adottato a distanza, tutti ospiti in un unico villaggio gestito da una monaca tibetana e sotto il patrocinio del Dalai Lama. Ho visto la possibilità di fare del bene e ne ho adottato uno, diventando socia della Onlus Italian Amala che si occupa di loro. Nel 2010 Italian Amala ha pensato di costruire un acquedotto in questo villaggio per la potabilizzazione dell’acqua e per garantire i servizi igienici nelle strutture dove questi bambini sono ospitati, così ho pensato di raccogliere fondi a Brescia per il progetto. Ho parlato ad alcuni amici di questa mia idea confidando loro anche la mia intenzione di creare una fondazione dedicata a mio fratello che potesse occuparsene.
E così l’idea diventata realtà. Abbiamo creato la Saveriocrea Onlus. E da qui vogliamo partire per fare qualcosa per chi ne ha bisogno, per rendere migliore la vita di qualcuno, per donare il nostro tempo a chi forse ha solo quello. Per ricordare Saverio e ciò che ci ha insegnato.